Il grande giorno è arrivato: da oggi non è più Google il sito più cliccato nel web. Facebook ora occupa il 10% del traffico mondiale, negli Stati Uniti addirittura il 25%. Sappiamo che con i suoi 500 milioni di utenti è il più grande social network, sappiamo che possiamo condividere foto, video, stati, link, etc., ma cosa ci guadagna Zuckerberg, il suo fondatore, dai nostri dati?
Facebook non è altro che il più grande e funzionale database per ricerche di mercato che sia mai stato creato. In pratica nell'atto di iscrizione noi concediamo ai gestori di facebook ogni dato che pubblicheremo. Tutti questi dati, come ad esempio le pagine su cui clicchiamo "mi piace", vengono immagazzinati per essere consultati con due semplici click in caso di necessità. E' così, ad esempio, che una ditta di scarpe può prevedere che nella prossima stagione venderà più paia di un modello piuttosto che di un altro. Rispondiamo in maniera spazientita alle operatrici precarie dei call center che vogliono farci delle domande sui nostri gusti per conto di terzi e poi siamo noi stessi gli artefici del più grande campionario del mondo.
Al Qaida ai tempi della crisi- La crisi colpisce tutti, si sa, e anche Al Qaida non può sottrarsi ad essa. E' così che anche il terrorismo muta e si adatta ai propri fondi: non si punta più a fare grandi stragi ma piccoli attentati. Non si punta più ad ucciderle la gente ma solo a metterle paura, causando danni essenzialmente di ordine economico. I terroristi sanno fare i conti, frequentano buone scuole, di certo non le nostre università.
Microcredito a rischio- Il sistema di microcredito che aiuta i più poveri inventato da Muhammad Yunus è in grave difficoltà. Le banche sono esposte per 4 miliardi di dollari e solo il 10 % dei clienti ha estinto il mutuo. Rischia così di sparire dopo 34 anni il sistema di credito che ha contribuito a combattere la povertà nel mondo ed è valso al suo inventore nel 2006 il premio nobel per la pace.
Condannato il mediatore, colui per cui mediava invece?- Sono state rese note le motivazioni della condanna a 7 anni per Marcello Dell'Utri in corte d'appello. Tra le altre compare il fatto che l'imputato facesse da mediatore tra Berlusconi e la mafia siciliana. Ciò, scrivono i giudici, è la conferma indiretta dei rapporti tra Berlusconi e la mafia. Così come nel processo a David Mills abbiamo avuto la condanna di un mediatore e solo prove indirette per il mandante, che anche stavolta non verrà coinvolto.
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Chi mediava, non verrà menzionato da nessun tribunale, nessun media, fino al 14 dicembre, quando (si spera) cominceranno a scaldarsi gli elicotteri x togliercelo dai piedi definitivamente...."Antigua" o Hamammet l'aspettano!!?