In questi giorni di confusione nel mondo politico italiano Berlusconi ha citato più volte in difesa della sua carica il "volere degli elettori", in quanto "il popolo elettore è il titolare della sovranità politica". Una volta per tutte qualcuno dovrebbe spiegargli che non è così.

Innanzitutto l'Italia è una Repubblica parlamentare e come tale il popolo non è chiamato a scegliere il proprio primo ministro, bensi 630 deputati e 315 senatori, ovvero il parlamento.
Il mandato del primo ministro è perciò affidato dal presidente della Repubblica (una volta valutate le forze in parlamento) e non dal "popolo sovrano". Questo significa che morto un "papi" se ne può fare benissimo un altro, senza bisogno di rifare il conclave.
Il problema è che i cittadini sono chiamati ad eleggere i propri rappresentanti una volta ogni 5 anni (anche se nella seconda repubblica 3 sembra un traguardo dorato) e allora chi ha il compito di vegliare sull'operato di parlamento e governo? Scontato, anche se di questi tempi non sembrerebbe, è la magistratura.
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Montesquieu |
Nel modello democratico, teorizzato da
Montesquieu nel lontano 1748 e rimasto intatto fino ai giorni nostri (così pare), c'è una netta separazione dei tre poteri: legislativo al parlamento, esecutivo al governo e giudiziario alla magistratura.
La differenza tra esecutivo e legislativo, per quanto limpida, è una cosa che molte volte si fa fatica a digerire fin da quando la si studia a scuola e in effetti, con tutti i giochi di potere, la sottile linea di demarcazione tra l'uno e l'altro è un po' sbiadita, tant'è che sarebbe troppo facile parlare di un governo che influenza troppo il parlamento o che addirittura tenta di scavalcarlo nell'approvazione delle leggi. Ma non è il tema di oggi.

Poi c'è quel terzo potere il cui compito è chiaro fin dalla prima volta che lo leggi:
Il potere giudiziario è quel potere che permette in via definitiva e autonoma di risolvere una controversia di natura civile, penale e amministrativa applicando la legge.E se è vero ciò che si legge in tutte le aule di tribunale, ovvero "la legge è uguale per tutti", si arriva ben presto alla conclusione che anche coloro i quali rappresentano il potere legislativo ed esecutivo non sono in grado di sottrarsi al giudizio, qualora siano chiamati in causa.
Ecco allora che il cerchio si chiude: nello stato di diritto la magistratura ha il compito di controllare l'operato di coloro a cui il popolo ha affidato un mandato, un non-potere che controlla il potere.
Per compiere il suo dovere al meglio deve essere assolutamente indipendente, sia dall'elettorato che dagli altri due poteri. Perciò quando sentiamo parlare di "magistrati fuori controllo" con tono accusatorio non dovremmo preoccuparci, bensì esserne contenti, perchè è così che deve essere.
Gran bel post Calde
chi va a spiegarglielo.....