E' stata approvata ieri alla Camera la tanto contestata riforma universitaria, contro la quale da giorni il mondo studentesco si è mobilitato in quasi tutte le città italiane. Ora toccherà al senato approvare, prima del via definitivo del presidente della Repubblica.
I disordini si sono verificati tanto fuori quanto dentro alla Camera durante le votazioni, con il governo che è stato battuto per ben due volte.
Nel frattempo in tutta Italia dopo i monumenti è toccato a stazioni e autostrade essere occupate dagli studenti. La protesta ormai si è estesa oltre i confini nazionali, toccando anche decine di atenei in tutto il mondo, dove lavorano ricercatori italiani o studenti dell'erasmus. Anche al CERN di Ginevra si è protestato contro la riforma. Stupirsi? No, al CERN sono proprio ricercatori italiani ad essere a capo dei più importanti progetti.
Addirittura la protesta degli studenti italiani oggi ha guadagnato la prima pagina del New York Times.
Ma quali sono i punti contestati dalla riforma? Uno dei motivi per cui si manifesta maggiormente è il taglio ai finanziamenti, con la riduzione del 90% delle borse di studio (ovvero su 10 persone che hanno diritto ad avere una borsa di studio solo una la riceverà affettivamente). Nonostante ciò il taglio ai finanziamenti non è previsto dalla riforma Gelmini ma riguarda la legge finanziaria, quindi c'è poco da fare su questo versante in questi giorni, anche se il problema non è di poco conto.I tagli complessivi all'istruzione sono di circa 2 miliardi, a fronte del quasi raddoppio dei fondi alle università private.
L'Italia investe solo lo 0,8% del PIL nell'istruzione e nella ricerca a fronte di una media dell'1,3% dei restanti paesi europei. Detto così sembra poco ma si parla di centinaia di milioni di euro in meno.
Un altro dei punti della riforma riguarda la cosiddetta "parentopoli", ovvero le assunzioni di parenti. Si spingeva per impedire l'assunzione di parenti nello stesso ateneo, ma alla fine la riforma impedirà assunzioni solo nello stesso dipartimento (un ateneo è formato da molti dipartimenti, basterà spostare uno dei due e il problema è aggirato).
Infine i ricercatori continueranno a vivere nel precariato, diventando una sorta di "mercenari" nella vana attesa di essere assegnati ad una cattedra che con tutta probabilità non vedranno mai.
Questa riforma in poche parole porta l'università italiana verso la mediocrità, o peggio ancora verso il fallimento, in cambio dell'ascesa delle università private e di un modello "all'americana", dove gli studenti per frequentare corsi di un certo spessore (privati) o saranno benestanti o saranno costretti all'indebitamento.
WikiLeaks- Altro argomento scottante di questi giorni sono le rivelazioni fatte dal sito WikiLeaks e del suo fondatore, Julian Assange, il quale ha ottenuto sotto banco oltre 250mila file su rapporti diplomatici degli Stati Uniti. Di questi solo il 4/5% in realtà sono classificati come "segreti", cifra comunque sufficiente per far tremare Washington.
Le rivelazioni che abbiamo sentito nei giorni scorsi non sono altro che le prime di una lunga serie di pubblicazioni che andranno avanti per più di un mese, mettendo a nudo la politica estera degli Stati Uniti.
Finora abbiamo letto di giudizi negativi su molti capi di stato, in primis il nostro Berlusconi (organizzatore di "wild parties", ovvero orge), e di rivelazioni sulle strategie in zone calde del pianeta, dal Medio Oriente alla Corea.
Intanto le conseguenze peggiori le sta subendo proprio Assange, ora inseguito da un mandato di cattura internazionale, non per la questione WikiLeaks ma per un'ipotetica accusa di stupro in Svezia.
I vertici di tutti gli stati interessati sostengono che queste rivelazioni mettono in pericola la vita di molte persone, mentre i semplici cittadini sembrano entusiasti di poter finalmente sapere una minima parte di ciò che trama la burocrazia. Giusto o no non è semplice stabilirlo, l'unica certezza è che siamo di fronte alla più grande fuga di notizie della storia.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 Response to "UniLeaks"
Posta un commento
Per adesso non più di 4096 caratteri!