In fondo non è proprio di notizia quella che dobbiamo dare, in realtà sono due casi che si sono fusi in un'unica combo: D'Addario + Noemi = Ruby.
Un caso di sesso a palazzo e di una minore che si uniscono a dare un caso di sesso a palazzo con una minore. Insomma dovrebbe confermarlo anche Ministro della semplificazione Calderoli, più semplice di così non si può.
Protagonista e location sempre gli stessi: Berlusconi e uno dei propri palazzi. Da registrare invece il cambio dei personaggi di contorno: il cast perde Gianpaolo Tarantini ma acquista Lele Mora, Nicole Minetti e, guest star, Emilio Fede, tutti indagati per favoreggiamento della prostituzione.
Intanto a guardare le riprese fuori dal set come una bambina ci sta l'Italia, sperando un giorno di fare l'attrice (vista l'età media per fare bunga bunga, questo il nuovo nome della "danza", potremmo anche esserci) ma già sommersa da centinaia di problemi di cui nessuno sembra interessarsi.
Profondo Rosso PIL- Ogni anno sentiamo sparare delle cifre, anche piuttosto piccole, sulla crescita o diminuzione del PIL. Se andiamo in rosso sembra poca cosa, quella piccola percentuale che non ti fa preoccupare (anche se si parla sempre di milioni e milioni di euro), ma se guardiamo la statistica spalmata sul decennio? Da noi non è consuetudine ma a quelli del FMI piacciono queste statistiche che ti aprono gli occhi.
E' così che scopriamo che negli ultimi 10 anni l'Italia è il paese al mondo che ha registrato la crescita economica più bassa di tutti, salvo Haiti.
Ora, io mi sentirei di escludere la devastatissima isola di Haiti dalla classifica e ci sono altri paesi europei importanti nelle parti basse della classifica, anche se il loro risultato è comunque di 2-3 volte superiore al nostro, ma noi che attenuanti abbiamo?
Il paese delle discariche- L'Italia verrà sanzionata dalla Corte di giustizia europea con una multa di 195.000 Euro al giorno a causa della mala bonifica di tre discariche, una questione che si trascina fin dal 1986. La domanda che sorge spontanea è: "dove sono queste discariche?"
Facile, direte, a Napoli o in Campania! No, troppo banale. Saranno in Sicilia o in Calabria allora, dove la mafia gestisce il sistema di rifiuti. Neanche lì.
Siamo tra Pioltello e Rodano, due comuni dell'hinterland milanese e questa è la prova che il problema dei rifiuti è di tutta l'Italia, non solo di Napoli.
Avanguardie Vaticane- La chiesa, si sa, è lenta, ma alla fine arriva sempre al punto. Le scuse a Galileo sono storia del secolo scorso, anche se stavolta sembra che abbiano accellerato i tempi.
Dopo l'invito del papa a non usare i preservativi, ecco che in Svizzera, per la precisione nella parrocchia cattolica di Lucerna, il parroco ha distribuito gratuitamente preservativi per tre giorni, in quanto “consentono di proteggere vite umane e di seguire il comandamento: “ama il prossimo tuo come te stesso” ".
Il nome del funzionario dell’Aisi (l'agenzia degli 007 italiani) Lorenzo Narracci, indagato nell'ambito dell'inchiesta sulle stragi mafiose del '92 (e tutt'ora in servizio), è ritonato a popolare le prime pagine dei quotidiani nazionali. Ma, come sempre, partiamo dal principio.
Giovanni Falcone |
Cosa accadde quell'anno? Nel maggio del 1992 viene ucciso Giovanni Falcone, un magistrato italiano che ha lottato per anni contro la mafia, condannando numerosi boss a ergastoli e dando migliaia di anni di galera ai loro sottoposti e che quindi "andava un po' scomodo". La mafia ha risolto la questione facendo esplodere una bella dose di tritolo all'interno di una galleria mentre Falcone passava in macchina con la moglie e 2 auto di scorta.
Poco meno di 2 mesi dopo anche Paolo Borsellino viene ucciso. Magistrato italiano, è stato per anni collega di Falcone col quale ha lavorato a stretto contatto, prima di essere ucciso da un'auto imbottita di tritolo parcheggiata sotto casa sua.
Ed è proprio in quest'ultimo omocidio che viene coinvolto il nome del James Bond italiano Narraci, riconosciuto dal pentito Gaspare Spatuzza e definito come "il soggetto estraneo a Cosa Nostra visto nel Garage mentre veniva imbottita la Fiat 126 usata nell'attentato al giudice". In soldoni, se verrà confermato il riconoscimento (l' ex-mafioso non è sicuro al cento per cento), si potrà dimostrare il coinvolgimento dello Stato in questa strage definita fin'ora soltanto come strage mafiosa.
La famiglia di Borsellno, infatti è sempre stata convinta del fatto che lo Stato Italiano abbia avuto un ruolo fondamentale nelle stragi del '92, per tenere coperti probabilmente movimenti e accordi presi con la mafia siciliana. Questo forse spiegherebbe le molte (troppe) stranezze che si aggirano attorno a questi ed altri casi di omicidio, ma confermerebbe l'idea sempre meno immaginaria di un rapporto più o meno stretto tra mafia e governo italiano.
« Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo. »
Lirio Abbate (giornalista italiano di neanche 40 anni, fra i più esperti di mafia e criminalità organizzata in Italia).
Vieni via con me - Lunedi 8 novembre partirà su rai-due la prima di 4 puntate del programma pensato da Roberto Saviano (autore di Gomorra) e Fabio Fazio, "Vieni via con me". A due settimane dall'inizio della trasmissione si sono (forse) conclusi giorni e giorni di problemi e polemiche, tra gli autori ed il direttore generale, tra gli ospiti, i giornali e la dirigenza Rai.
Tutto inizia nell'inverno scorso, quando Fazio e Saviano presentano una bozza dell'idea che avevano intenzione di realizzare e vanno d'accordo coi dirigenti Rai sul Budget e sulla messa in onda a inizio estate. Il tutto slitta poi per varie tiritere all'interno dell'azienda e i due autori si rifanno sentire verso settembre, quando ripropongono la loro idea e ricordano l'accordo preso qualche mese prima.
Da allora mille noie che hanno ostacolato fin'ora la preparazione, accumulando un ritardo enorme: complicazioni con gli stipendi, studio televisivo dimezzato, il Dg (direttore generale Rai) Mauro Masi che ha preteso di vedere in anteprima la scaletta, ma i veri problemi non sembrano solo questione di soldi.
Si è parlato infatti di censura, subito negata in uno scambio di lettere tra Saviano (che ha dichiarato: "hanno paura del nostro programma") e la dirigenza Rai, che ha infine dato il via all'ultimazione del programma. Rimane il dubbio che se lo scrittore napoletano non si fosse fatto sentire, la messa in onda non sarebbe mai avvenuta.
Il budget a disposizione dei due autori era di 2 milioni e 800 mila euro e di questo se ne risparmierà il 15% hanno riferito, mentre i compensi percepiti dichiarati sono:
- 50 mila euro a puntata per Saviano (ingaggio ridotto);
- Fazio ha un contratto annuale con la Rai (non incide quindi sulle finanze Rai);
- Paolo Rossi 5 mila euro (ingaggio ridotto);
- Roberto Benigni ha "regalato" il suo cash di 250 mila euro alla Rai.
La trasmissione parlerà di temi di estrema attualità, alternati a momenti di risate e musica con gli ospiti (ospitoni). Roberto Saviano (31 anni) sta scrivendo dei dialoghi con Roberto Benigni, sarà presente anche Antonio Albanese (comico), Paolo Rossi (attore), e Claudio Abbado (direttore d'orchestra). Sembra invece saltata la presenza di Bono Vox degli U2, causa (parole sue) "lungaggini Rai".
Adro, terza puntata - I fondi per la scuola “marchiata” col Sole delle Alpi di Adro sono al centro dei controlli della Guardia di Finanza di Brescia. Oggi i finanzieri hanno eseguito degli accertamenti al municipio del comune bresciano per verificare la regolarità degli aspetti finanziari legati alla costruzione del polo scolastico a lungo oggetto di polemiche per la presenza di 700 simboli leghisti, che sembrerebbero stati apposti con fondi inesistenti.
Ieri l'amministratore delegato FIAT, intervistato nella trasmissione "Che tempo che fa", ha definito l'Italia un peso sul bilancio dell'azienda, quasi una minaccia implicita di delocalizzazione totale della produzione oltre i nostri confini, scelta che toglierebbe il lavoro a migliaia e migliaia di persone degli stabilimenti fiat italiani.
Ovviamente una pioggia di critiche è arrivata da tutte le parti: politici ("Le parole di Marchionne sono ingenerose nei confronti dell'Italia e dei lavoratori che hanno contribuito a fare grande la Fiat"), sindacalisti (Sergio Marchionne parla "come se la Fiat fosse una multinazionale straniera che deve decidere se investire in Italia"), Ministro del Lavoro ("L'Italia è il Paese di storico insediamento del Gruppo automobilistico ove ha depositato impianti e soprattutto un grande patrimonio di esperienze e professionalita") e perfino Presidente della Camera ("Più canadese che italiano") concordano col fatto che Marchionne abbia detto un'eresia.
In parte questo è vero: la fiat non esisterebbe senza l'Italia e non avrebbe passato momenti di crisi senza l'aiuto dello stato italiano, d'altro canto l'Italia è al 118/mo posto su 139 per efficienza del lavoro e al 48/mo posto per la competitività industriale, ovvero produrre automobili (ma anche quasi tutto il resto) in Italia non conviene.
Già ora la fiat ha più dipendenti in Brasile che in Italia e, se si continuerà a chiudere gli occhi su problemi come questi, le parole di Marchionne potrebbero diventare dura realtà.
Ancora una volta l'Italia si è messa ad urlare invece di cercare di risolvere i problemi di fronte a quella che si spera essere solo una denuncia più che una minaccia reale.
La vita di un albanese vale di meno- A Torino una sentenza di risarcimento assurda per una morte sul lavoro. La somma che spetterà ai familiari (che vivono in Albania) sarà più bassa rispetto a quella di un italiano poichè nel paese in cui risiedono la vita ha un costo minore. Vale a dire che se vieni da un paese meno sviluppato del nostro la tua vita vale di meno in termini economici. Non ci aspettiamo un maxi-risarcimento per la morte di un operaio tedesco (perchè un operaio tedesco dovrebbe venire a lavorare in Italia?) ma siamo tutti in trepida attesa di sapere quanto vale la vita di un africano, magari della Sierra Leone, il top del risparmio.
Un partito in scioglimento- Dopo il distacco di Fini dal parito di Berlusconi è iniziato un silenzioso scioglimento del pdl, che tra divorzi consumati e voci di addio sembra avviato verso una profonda crisi. Dopo i casi di Milano, Varese, Brescia e Bergamo anche in provincia di Como 12 consiglieri sono usciti dal pdl per fondare il gruppo "Autonomia Comasca". Sembra addirittura che anche La Russa e Gasparri siano intenzionati a fondare un loro gruppo autonomo in Parlamento. Nonostante tante siano le voci molte sono le certezze e, anche se i giornali non ne parlano più con tanta insistenza, le elezioni sembrano avvicinarsi sempre di più.
Poco dopo l'inizio della legislatura Berlusconi fece pubblico vanto di aver risolto il problema della spazzatura a Napoli. Molti già all'epoca erano gli scettici, ora tutti si devono arrendere all'evidenza: in Campania si è sommersi dallo sporco; qualsiasi tipo di sporco.
C'è lo sporco che producono i cittadini comuni come noi, i residui tossici delle industrie e ovviamente lo sporco di chi gestisce un sistema di raccolta rifiuti ad alta infiltrazione mafiosa.
A Terzigno sono ormai settimane che si protesta e giorni che si è passati all'azione, dagli scontri agli incendi, fino al ritrovamento di 10 molotov nella giornata di oggi. Perchè protestano queste persone? I terzignesi non protestano contro l'apertura in sè della discarica, ma contro il modo in cui viene fatto, in particolare riferimento agli scarti tossici industriali. In questa situazione di emergenza è stato dichiarato impossibile lo stoccaggio secondo metodi sicuri di questi pericolosi rifiuti, perciò questi dovrebbero essere tranquillamente gettati in discarica insieme ai rifiuti civili. Questo secondo gli esperti potrebbe provocare danni irreversibili sia per l'ecosistema (la zona è nei pressi del Parco del Vesuvio) sia per la falda acquifera, entrambe fondamentali per la salute degli abitanti della zona.
Sempre sul più bello- Proprio mentre il riconteggio dei voti delle elezioni regionali in Piemonte stava per aprire scenari fantapolitici (cambio di presidenza dopo quasi un anno) ecco che il Consiglio di Stato ha deciso di bloccare tutto, assegnando di nuovo la vittoria a Cota. Ora siamo in trepida attesa della prossima puntata: "Bresso riccorre in Cassazione".
Braccati da El Salvador- E' quanto risulta dall'aggiornamento annuale della classifica sulla libertà di stampa pubblicata da Reporter Senza Frontiere qualche giorno fa. Quest'anno, dopo essere stati superati da Taiwan, siamo stati raggiunti anche dal Burkina Faso e cominciamo a sentire il fiato sul collo di El Salvador (inutile dire che siamo tra i peggiori in Europa). Nelle motivazioni di chi ha stilato la classifica possiamo leggere: “Non c’è stato alcun progresso in vari paesi dove Rsf ha evidenziato problemi. Tra questi, soprattutto, Francia e Italia, dove gli eventi dello scorso anno – le violazioni della tutela delle fonti dei giornalisti, la continua concentrazione della proprietà dei media, le dimostrazioni di disprezzo e impazienza da parte di esponenti governativi nei confronti dei giornalisti e del loro lavoro, le convocazioni giudiziarie – hanno confermato la loro incapacità di invertire questa tendenza."
130 a 41- Se fosse un risultato rugbistico sarebbe vicino all'umiliazione dell'avversario, cosa per cui alcuni coach hanno addirittura perso il lavoro, in uno sport dove il rispetto dell'avversario è una regola base. Peccato che non si tratti di un gioco e nemmeno di rispetto: sono le ore che la Rai ha dedicato rispettivamente alla coalizione al governo (pdl+lega) e alla principale opposizione (pd e idv). Addirittura nelle reti Mediaset siamo 87 a 14, sempre per i primi ovviamente.
Oggi, come in tanti altri giorni, il Parlamento si è occupato più di proteggere sé stesso invece dei cittadini che l'hanno eletto. Con una specie di super-combo prima ha negato l'autorizzazione alla magistratura per procedere contro l'ex-ministro Lunardi (si perchè prima di fare un processo a un parlamentare i tribunali devono chiedere il permesso!), accusato di corruzione per aver comprato un intero palazzo ad un "prezzo di favore" nel 2004, e poi ha approvato l'emendamento che rende retroattivo il Lodo Alfano, legge che blocca i processi per le più alte cariche dello stato. In pratica se uno tra Presidenti del Consiglio, Repubblica, Camera e Senato hanno commesso un reato prima della loro elezione non potranno essere processati finchè rimarranno in carica. Uno dei motivi per cui i finiani si sono staccati da Berlusconi era proprio il Lodo Alfano, in quanto non lo approvavano. Oggi hanno vinto tanto la disuguaglianza quanto l'incoerenza.
La Germania che vuole un nuovo Hitler- Preoccupa in Germania l'ascesa dei fanatici estremisti di destra ma preoccupano ancora di più i sondaggi fatti casa per casa: il 10% dei tedeschi vorrebbe fortemente un nuovo Hitler, in grado di guidare con mano ferrea la Germania fuori dalla crisi e un altro 15,9% è in parte d'accordo con questa idea. Addirittura il 35,6% vorrebbe che tutti gli extracomunitari venissero espulsi, in quanto "usurpatori" della madrepatria. Quando non si impara niente dalla storia...
Lea, sciolta nell'acido- Siamo a Milano, città in cui sindaco Letizia Moratti ha recentemente sostenuto che la mafia non esiste, dove ieri abbiamo scoperto che Lea Garofalo è stata uccisa e sciolta nell'acido in un parco di Monza. La donna era una collaboratrice di giustizia e qualche anno fa aveva fatto dichiarazioni scottanti sulla 'Ndrangheta a Crotone. Nel 2006 era stata rimossa dal programma di protezione e 2 dei 6 accusati (di cui uno era il suo ex-convivente) erano già stati fermati a Campobasso tempo fa per un tentativo di sequestro...sempre ai danni di Lea! Non siamo bravi a cogliere gli indizi.
Se uccidi una romena ti battono le mani- In Romania sono scatenati, come dargli torto? Stamane è avvenuto l'arresto ufficiale del ragazzo di appena 20 anni che qualche giorno fa aveva ucciso un'infermiera romena con un diretto al volto, dopo una lite nella stazione del metro' di Roma. La cosa di cui stupirsi oggi, a distanza di giorni dall'aggressione, è che il ragazzo è stato acclamato dalla folla durante il tragitto tra casa e volante della polizia. Pochi metri in cui si sono uditi applausi e cori da stadio come "Alessio libero, carabinieri infami". Nella foto si vede distintamente anche cosa ha imparato il ragazzo dall'accaduto: a sorridere. Siamo alla frutta.
Ieri a Roma si è svolta una manifestazione come non se ne vedevano da tempo. La FIOM, sindacato che conta circa 360.000 iscritti, ha fatto scendere in piazza centinaia di migliaia di persone, c'è chi parla anche di più di un milione, per manifestare contro la negazione dei diritti dei lavoratori ("Nessun'azienda deve essere chiusa, nessun lavoratore deve essere licenziato" lo slogan che andava per la maggiore). I numeri suonano strani perchè il disagio ormai è tale che tutti si trovano a manifestare sotto la stessa bandiera. Ieri in corteo oltre ai metalmeccanici sono stati visti anche studenti, precari, operai edili, di tutto insomma. Questo significa che i tempi sono maturi per uno sciopero generale, cosa che è stata avvertita ai piani alti della CGIL, i quali hanno colto al volo l'occasione di ieri per lanciare l'iniziativa già nei prossimi mesi se la situazione del mondo del lavoro non cambierà.
Reati al rovescio- Suona strano ciò che è avvenuto in settimana nella metro' di Roma, ma ciò che suona ancora più strano è il fatto che si sia sentito parlare di quello che a tutti gli effetti è stato: un italiano che aggredisce (e purtroppo uccide) un'immigrata regolare, una romena per di più, etnia considerata tra le peggiori nell'immaginario comune.
Ogni giorno sui giornali leggiamo di aggressioni da parte di immigrati ai danni di italiani, come se avvenissero solo quelle nel nostro paese, alimentando così l'odio razziale solo con un preconcetto.
In realtà, dati alla mano, il tasso di criminalità tra immigrati e italiani è quasi lo stesso (questo link è particolarmente consigliato per il cliccheggio), con una variazione dello 0,5% in più per gli stranieri.
Combattere la prostituzione con la deforestazione, solo da noi- Qual è quel paese che per abbattere la prostituzione abbatte un bosco? Non può che essere l'Italia ovviamente! Già perchè in Abruzzo, dato che non riescono ad arginare il fenomeno in 28 ettari di bosco, essenziale per l'ecosistema della zona, hanno ben pensato di abbattere tutti gli alberi e rendere edificabile la zona, così poi potranno comodamente comprarsi un appartamento anziché usare foglie di fico. Attendiamo il prossimo passo, la rimozione dei lampioni dalle strade.
La restaurazione- La burocrazia è magnifica. E' l'unica cosa che riuscirebbe a "riesumare" il candidato sconfitto e farlo diventare presidente della regione a quasi un anno dalle elezioni. E' quello che sta succedendo in Piemonte, dove l'attuale presidente Cota rischia di vedersi annullare i 9mila voti di scarto che ha sull'avversaria Bresso a causa di pratiche burocratiche gestite male. Se si rivelerà tutto vero nessuno avrà nulla da ridire, certo è che nemmeno stavolta abbiamo rischiato di avere delle elezioni normali. D'altronde a noi piacciono le emozioni forti e le fiction infinite.
E' finita nel migliore dei modi l'avventura dei 33 minatori cileni che erano intrappolati da 69 giorni a più di 600 metri sottoterra dopo il crollo della miniera. Nonostante ciò non sono ancora del tutto finite le avventure dei lavoratori di Atacama: i colleghi in superfice, anche se chiaramente più fortunati, non ricevono lo stipendio dal lontano mese di Agosto e sembra che non lo vedranno per molto tempo. Intanto abbiamo assistito allo show del Presidente Pinera, il quale ha abbracciato il primo minatore estratto a modi figliol prodigo, ringraziando i principali artefici dell'operazione: i volontari, i soccorritori, Dio...tralasciando chi ha progettato la sonda che ha permesso il recupero. Ora tutti si chiedono se sarà la volta buona per fare riforme nell'ambito della sicurezza sul lavoro, dimenticandosi che proprio la destra di Pinera per anni si è battuta contro riforme del genere, perchè in paesi in via di sviluppo come il Cile l'uomo è solo una merce per raggiungere il profitto.
Formigonate- Una persona che vuole candidarsi alla Presidenza della Regione deve raccogliere 3.500 firme di potenziali elettori, come per dire "magari non sarò presidente ma almeno 3.500 persone sono dalla mia parte". Ebbene, quelli che prima erano dubbi ora sono quasi certezze: il presidente della nostra regione Lombardia, Roberto Formigoni, all'ennesimo mandato, ha presentato circa 500 firme false. Prima i sospetti, poi la perizia calligrafica ("sembrano fatte con lo stampino -ha detto il perito- chi le ha fatte non si è nemmeno preoccupato di cambiare calligrafia"), ora i diretti interessati, i quali, interpellati, non solo hanno negato di aver firmato per la lista Formigoni, ma addirittura hanno dichiarato di votare per un altro partito!
Precari&Pensioni (seconda puntata)- Ricordate che qualche giorno fa l'INPS ha deciso di togliere ai precari la possibilità di consultare la loro pensione virtuale? Bene ecco la seconda puntata: la loro pensione è così bassa, ma così bassa, che è per l'esattezza 0. I precari non avranno pensione, poichè l'INPS, a corto di soldi, coi loro contributi dovrà riuscire a provvedere alla pensione di coloro che hanno un lavoro fisso. Aspettiamo la terza puntata...
Ivan il terribile- Chi è questo Ivan che con i suoi amichetti ha impedito lo svolgimento di Italia-Serbia qualche giorno fa? Gli ultras giunti fino a Genova dalla Serbia fanno parte del movimento di estrema destra del loro paese. Sono una minoranza che per farsi sentire ha solo la violenza come mezzo. Ciò che chiedono in realtà è molto semplice: innanzitutto chiedono che il Kosovo non ottenga l'indipendenza dalla madrepatria e in secondo luogo sono contro l'ingresso della Serbia nell'Unione Europea (obiettivo non raggiunto, anche se di certo l'UE non ha gradito e i tempi dell'entrata sicuramente si allungheranno). Degli stati che facevano parte della Jugoslavia, la Serbia è lo stato più influente che però, sotto la presidenza di Milosevic, ha visto prima la fine della Jugoslavia, poi due guerre etniche e negli ultimi anni l'indipendenza del Montenegro e a breve quella del Kosovo.
Giannotti, Tonelli, Giubellino, Campana: sono i quattro nomi, alla guida degli esperimenti del Cern di Ginevra. Il più grande esperimento di fisica mai progettato, è perciò guidato da scienziati made in Italy. Alzi la mano chi già lo sapeva. Eppure è una situazione unica al mondo. Forse anche per mantenere una visione non brillante della scuola italiana, (Il ministro dell’Istruzione ha recentemente dichiarato che l’università sforna baroni e ‘scaldasedie’), la notizia dell’ultima nomina, quella che ha permesso di realizzare il poker italiano, è stata ben poco ripresa dai media nostrani.
Una situazione come questa accadde nella prima metà degli anni Ottanta con Carlo Rubbia, che, nel 1984 vinse il Nobel. “Nel caso si facessero delle scoperte di un certo rilievo – commenta Marco Cattaneo, direttore responsabile del mensile Le Scienze – è chiaro che il Nobel andrebbe in primis al coordinatore. Il che significa aver ‘prenotato’ un riconoscimento così importante. Ma soprattutto vuol dire che la comunità scientifica internazionale riconosce alla Fisica italiana in quello specifico campo un livello e una qualità assolutamente fuori dal comune”.
Molto famosa è diventata la scuola di Adro (Brescia), dove un venerdì notte (sabato mattina c'era l'inaugurazione) il sindaco ha decorato l'intera struttura di simboli leghisti: zerbini, maniglie, porte, cestini, ..
Il preside della scuola ha ordinato la rimozione di tutti i "Soli" ma il sindaco Oscar Lancini si è ribellato alla decisione, minacciando denunce se i simboli verranno rimossi.
Santoro, la RAI decide dieci giorni di sospensione
Mauro Masi (Direttore generale RAI) ha ordinato la sospensione dall'incarico lavorativo e la mancata retribuzione di Michele Santoro per 10 giorni lavorativi. La decisione è stata presa dopo il monologo tenuto dal conduttore di Annozero durante la prima puntata della stagione, per questi motivi: "uso del mezzo televisivo con fini personali e un attacco diretto al Dg della RAI".
America, si tinge di verde
L' America si da una pennellata di verde, ed è lo stesso verde che colora la "elle" del logo di Google. La multinazionale californiana, che ci tiene spesso a mostrare il suo essere vicina alle tematiche ecologiche, ha investito infatti 5 miliardi di dollari unendosi ad un'altra compagnia statunitense per realizzare un enorme impianto eolico.
Nello stesso giorno dell'annuncio di questo accordo, Obama si è visto costretto a revocare il divieto di trivellazioni petrolifere in oceano, deciso subito dopo l'esplosione della piattaforma nel Golfo del Messico lo scorso Aprile. Da una parte i petrolieri, dall'altra la manodopera locale penalizzata dal blocco delle estrazioni che infligge costi pesanti a un'economia già depressa. E poi tra 20 giorni ci saranno le "elezioni di metà mandato" e per il Presidente significherebbe perdere troppi voti.
Un' America da due facce quindi, una verde ed una nera e che chissà, magari in futuro non dovrà più pendere dalle labbra da un'azienda petrolifera.